Sulla base della ricerca condotta all’avvio del progetto ed in seguito alle numerose occasioni di scambio e discussione, il gruppo di collaboratori MATCH-SPORT ha identificato diverse raccomandazioni rivolte alle autorità locali e alle associazioni sportive.
Le seguenti linee guida racchiudono tutte le azioni intraprese durante il progetto e sono state aggiornate con i conseguenti sviluppi e risultati:
- La competizione è parte integrante dello sport. Ciò nonostante esiste lo stereotipo dove la competizione conduce alla violenza. Dobbiamo pensare a come ridurre la violenza nello sport in una società che considera la vittoria come unica gratificazione e come modo per definire sé stessi come individui o come un gruppo.
- Solo attraverso un lavoro trasversale e con approccio olistico si può sconfiggere la violenza e la discriminazione nello sport amatoriale. E’ necessario lavorare su diverse linee in contemporanea, come l’educazione ed il rispetto degli amici e degli arbitri, e adattare le regole per consentire una maggiore inclusione.
- Lo sport amatoriale ha un impatto positivo sulla coesione sociale ed un effetto durevole sulla prevenzione della violenza. In quest’ottica, si raccomanda ed incoraggia la creazione di associazioni sportive o la promozione delle pratiche sportive nelle aree urbane di interesse sensibile, organizzando attività a livello comunitario con associazioni professionali, con l’obiettivo di attrarre i giovani giocatori.
- Al fine di evitare episodi di violenza tra gli spettatori ed i giocatori, si può agire disseminando una cultura di responsabilità del pubblico attraverso campagne di comunicazione. Queste azioni possono essere adottate e rafforzate per affrontare specifici problemi e contrastare sfide locali.
- E’ essenziale che le autorità locali assumano il ruolo di coordinamento del lavoro di prevenzione svolto a livello locale, non effettuato solo dai servizi comunali ma anche dalle associazioni sportive e altri soggetti coinvolti. Senza ombra di dubbio, questi sono ben posizionati per monitorare incidenti o raccogliere qualsiasi informazione rilevante che possa aiutare a plasmare la politica locale e conseguenti azioni.
- Le autorità locali e regionali dovrebbero fornire supporto finanziario alle associazioni, in particolare a quelle dislocate nei quartieri “difficili”, e assicurare che i progetti sportivi includano anche un approccio educazionale.
- Anche al livello locale, le federazioni sono i punti cardine nella prevenzione di episodi di violenza. Queste hanno i mezzi per stabilire le misure di prevenzione e hanno il potere di sanzionare le associazioni ed i loro membri.
- Il ruolo dell’arbitro come educatore deve essere rafforzato. I corsi di formazione professionali rivolti a questa categoria dovrebbero includere questo aspetto.
- Per facilitare l’accesso allo sport per tutti, le regole possono essere adattate ad uno standard preciso, per esempio consentendo alle persone con disabilità di partecipare o far rispettare l’equilibrio tra i generi dei partecipanti, personalizzando le esigenze specifiche dei praticanti a seconda dell’associazione. L’idea quindi non è di cambiare le regole per tutti (il che renderebbe lo sport meno piacevole per gli altri praticanti), ma di adattarle sulla base dei singoli casi.
- Incoraggiamo le associazioni sportive ad adottare misure comuni, come l’introduzione di una penalità per il comportamento scorretto nel regolamento. E’ importante coinvolgere i genitori in queste decisioni, così da legittimizzarle. Disporre degli stessi principi e valori è essenziale per garantire la differenza tra comportamenti corretti e scorretti. La comunicazione e l’accondiscendenza sono essenziali.
- I conflitti provocati dai genitori e dalle famiglie nascono dal loro intenso coinvolgimento emozionale nella competizione dei loro figli. Infatti progettano le loro aspirazioni, rabbia o frustrazioni stesse. Il problema è rappresentato dalla società: accetta che i genitori perdano il controllo durante queste situazioni ed è difficile redarguirli in merito. E’ quindi necessario avvicinarsi ai genitori se vogliamo cambiare il loro comportamento, convincendoli dei vantaggi dell’astenersi da questo genere di comportamenti scorretti.
- L’interdizione permanente è un altro strumento da considerare quando i genitori si rifiutano di modificare il loro comportamento. Ad ogni modo, queste misure devono essere utilizzate con cautela perchè possono avere risvolti negativi per l’associazione.